Grazie agli sforzi di ContainerArt in collaborazione con il PNE di Vancouver, due container con opere di Brittany Mitchell arrivano in Triennale Bovisa.
Brittany Mitchell propone una selezione dei suoi più recenti lavori: opere pittoriche ma concepite con la complicità del medium tecnologico. L’artista ha, infatti, impiegato quale materia prima della sua ricerca mappe cartografiche digitali da Google da cui ha osservato – e quindi trascritto su tela in un sintetico à plat – solo le zone “verdi” della sua città natale, Vancouver. Il costruito, sia questo strada, cemento o sotterraneo, è bianco: vuoto. A emergere è un segno, eco incontestabile dei mutamenti che hanno investito il cuore della British Columbia canadese, con una natura che è stata a volte ascoltata e a volte ignorat nella progettazione urbanistica e architettonica.
Brittany Mitchell propone una selezione dei suoi più recenti lavori: opere pittoriche ma concepite con la complicità del medium tecnologico. L’artista ha, infatti, impiegato quale materia prima della sua ricerca mappe cartografiche digitali da Google da cui ha osservato – e quindi trascritto su tela in un sintetico à plat – solo le zone “verdi” della sua città natale, Vancouver. Il costruito, sia questo strada, cemento o sotterraneo, è bianco: vuoto. A emergere è un segno, eco incontestabile dei mutamenti che hanno investito il cuore della British Columbia canadese, con una natura che è stata a volte ascoltata e a volte ignorat nella progettazione urbanistica e architettonica.
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